Leontopodium alpinum Cass.
Sinonimi: Filago leontopodium L.
Nomi comuni: Stella alpina, Edelweiss
Nomi regionali: Stèle alpìne
Famiglia: Asteraceae/Compositae
Habitus e forma di crescita: erbaceo perenne
Forma biologica: emicriptofita scaposa
Descrizione
Dimensioni: 8-30 cm
Radice: secondaria a partire dal rizoma
Fusto ipogeo: rizoma obliquo
Fusto epigeo: legnoso in basso, poi eretto, ricoperto da una peluria bianca
Foglie: basali spatolate, cauline lineari sessili, ricoperte da peluria bianca
Infiorescenza: ombrella contratta di capolini (4-6 mm), il centrale più sviluppato, presenti bratte inferiori bianco lanose
Fiori: tubulosi di piccole dimensioni, gli esterni del capolino F, gli interni M per aborto
Frutto: acheni con pappo squamoso
Distribuzione
Distribuzione regionale: tutta la zona alpina e prealpina
Distribuzione altitudinale (metri s.l.m.): 1000-2600 (3000)
Geoelemento: europeo-montano
Ambiente caratteristico: praterie alpine
Fioritura: da luglio a settembre
Note vegetazionali
Caratteristica pianta delle praterie alpine, si riscontra anche nei ghiaioni e rocce. Il geolemento può essere considerato euroasiatico in quanto si ritiene che la stella alpina (originaria delle zone montane aride dell'Asia) sia arrivata in Europa durante le glaciazioni.
Note generali
La stella alpina è la pianta simbolo delle Alpi; per la sua bellezza e la sua fama è stata sottoposta a raccolta indiscriminata, tanto che attualmente è poco comune ed è sottoposta a tutela per la raccolta in tutti i paesi alpini. Specie inserita sia nella Lista Rossa delle specie in pericolo d'Italia, che nella lista per la tutela della flora spontanea del Friuli-Venezia Giulia.
Altro
Informazioni sulla famiglia dall'NCBI Taxonomy Browser e bibliografiche dall'International Plant Name Index; immagini dalla galleria fotografica del Dipartimento di Biologia dell'università di Trieste.
