Tussilago farfara L.
Sinonimi:
Nomi comuni: Tossilaggine comune; Farfara; Farfaraccio; Farfuglio; Paparacchio
Nomi regionali: Lesciàt; Lavàz
Famiglia: Asteraceae/Compositae
Habitus e forma di crescita: erbaceo perenne
Forma biologica: geofita rizomatosa
Descrizione
Dimensioni: 5-30 cm
Radice: secondarie da rizoma
Fusto ipogeo: fragile rizoma orizzontale (diametro di ca. 1 cm)
Fusto epigeo: scapi fiorali primaverili molto precoci coperti di tomento biancastro e brevi foglie squamose lanceolate generalmente arrossate.
Foglie: formantisi dopo l’antesi con picciuolo di 4-7 cm; lamina ovale o ± palmata-esagonale (5-7 cm), bianco tomentosa di sotto, glabrescente di sopra; base cuoriforme; in estate le dimensioni crescono fino a 3 volte tanto.
Infiorescenza: capolini solitari (diametro di 2-3 cm); involucro cilindrico formato da una serie di squame lineari.
Fiori: i periferici maschili, ligulati e gialli; i centrali femminili, tubulosi e gialli; ricettacolo nudo.
Frutto: achenio subcilindrico con un morbido pappo peloso.
Distribuzione
Distribuzione regionale: su tutto il territorio regionale
Distribuzione altitudinale (metri s.l.m.): 0-2400
Geoelemento: paleotemperato
Ambiente caratteristico: incolti
Fioritura: da febbraio a aprile
Note vegetazionali
La specie cresce preferenzialmente su suolo pesante (marne e argille).
Note generali
Il nome del genere deriva dal latino e significa “agisco contro la tosse”, mentre il nome specifico deriva dal tardo latino “farfer” (=che porta farina) per il tomento bianco delle foglie. Fiori e parti sotterranee contengono mucillagini e rappresentano un rimedio per le malattie da raffreddamento.
Altro
Informazioni sulla famiglia dall'NCBI Taxonomy Browser e bibliografiche dall'International Plant Name Index; immagini dalla galleria fotografica del Dipartimento di Biologia dell'università di Trieste.